Smettere ripetutamente di respirare nel corso della notte ha degli effetti sul corretto funzionamento dell’organismo: oltre a sonnolenza, cefalea e riduzione dell’attenzione, scarsa concentrazione e la stanchezza diurna, che determinano un aumento della probabilità di incidenti stradali e lavorativi, alla lunga può causare importanti danni alla salute, sia a livello cardiovascolare (aritmie, infarto del miocardio, ipertensione arteriosa) sia a livello neurologico (ictus cerebrali e patologie degenerative come l’Alzheimer).
Sindrome
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (denominata anche semplicemente OSAS) è una condizione clinica caratterizzata da un elevato numero di episodi ostruttivi delle prime vie aeree, completi (apnee) e/o incompleti (ipopnee), durante il sonno.
Sebbene queste apnee durino generalmente pochi secondi, si possono presentare circa 30 volte in un’ora e anche centinaia di volte in una notte, impedendo di riposare adeguatamente.
L’aumento di peso, il fumo, il russamento abituale, eventuali anomalie scheletriche del naso o della faccia possono costituire fattori di rischio per quanto riguarda l’insorgenza dell’OSAS.
La comparsa di questi ripetuti episodi di ostruzione si associa ad una diminuzione di ossigeno nel sangue, ed aumento dell’anidride carbonica.
Solitamente i fenomeni notturni rimangono oscuri al paziente, il quale però, durante le ore del giorno, ne lamenta invece le conseguenze diurne: eccessiva sonnolenza, difficoltà di concentrazione, decadimento delle facoltà cognitive, disfunzione sessuale, irritabilità e alterazioni della personalità.
Il rischio di incidenti stradali o sul lavoro in questi pazienti è da 4 a 8 volte superiore rispetto ad un gruppo di controllo.
Inoltre, gravi possono essere le ripercussioni sul sistema cardiovascolare, con sensibile aumento del rischio di ipertensione, infarto, ictus.
Diagnosi
La diagnosi viene fatta in base ad un esame specifico del sonno, la Polisonnografia, che può essere eseguita in ambulatori o in regime di ricovero, nei centri di Medicina del Sonno, di Neurologia, di Pneumologia, Chirurgia Maxillofacciale e Otorinolaringoiatria che sono in grado di fare la diagnosi.
Questo esame permette di misurare il numero di apnee notturne per ora. SI parla di forme gravi al di sopra di 30 apnee per ora, dove il rischio di accidenti cardiovascolari è particolarmente elevato ed è pertanto necessario trattare il disturbo.

Cura
L’approccio terapeutico dell’OSAS è multidisciplinare e, in base alla gravità ed alle singole caratteristiche del paziente, si avvale di differenti sussidi medici e/o chirurgici.
Le terapie più frequentemente adottate sono:
CPAP Particolare apparecchiatura -una specie di respiratore meccanico- da indossare nelle ore notturne, dotata di mascherina facciale, che permette una ventilazione forzata a livello delle prime vie aeree. La corretta ventilazione notturna elimina o riduce i frequenti risvegli caratterizzati da senso di soffocamento ed elimina il russamento. La CPAP viene prescritta dallo specialista che saprà consigliare il dispositivo più adatto e tatarlo secondo le esigenze del paziente. I dispositivi CPAP di ultima generazione sono silenziosi, leggeri e hanno un design poco ingombrante.
Quando il paziente non tollera la CPAP, si possono utilizzare in alternativa particolari dispositivi endorali simili ad apparecchi ortodontici che mantengono la pervietà delle vie aeree posteriori alla lingua, spostando in avanti e/o mantenendo chiusa la mandibola e aumentando la dimensione verticale